Captain America: Civil War e Batman V Superman: Dawn Of Justice – Cinecomics A Confronto
La lotta tra le case di produzione di fumetti Marvel e DC è leggendaria; da sempre questi due colossi dell’editoria si lanciano l’un l’altra frecciatine sarcastiche e si fanno sgambetti. La cosa è ancora più lampante se pensiamo alla storia delle produzioni cinematografiche e televisive che negli ultimi anni hanno popolato l’immaginario della maggior parte della popolazione mondiale.
Tralasciando molto spesso il rapporto con l’originale letterario, da sempre fonte di figure cardine e spunti narrativi totalmente stravolti nel passaggio, i primi cinecomic di entrambi gli schieramenti hanno un inizio molto simile. All’ombra dei due universi distinti hanno mosso i primi timidi passi i film basati su Batman e il suo mondo diretti e creati da Tim Burton, che li ha diretti non volendo però creare le fondamenta di sequel riguardanti più personaggi, ma limitandosi ad un paio di pellicole in cui il Cavaliere Oscuro viene adattato alla poetica del regista. Circa quindici anni dopo il primo film DC solo di nome, la Marvel presenta il suo primo tassello, X-men. Subito un successo, soprattutto grazie all’interpretazione di Hugh Jackman e al traino dei fan di Star Trek, a tal punto che tre anni dopo si darà vita ad un sequel, ulteriore successo, che porterà a sua volta a produrre altri quattro seguiti (fino al contemporaneo Xmen: Apocalypse) e due spin off su Wolverine. Meno brillante era stato il destino del precedente adattamento di Blade, la cui produzione si fermò al terzo e più controverso capitolo. Nel 2002 parte il ciclo su Spiderman, per il quale è previsto un ricorrente cambio di cast per raccontare la nascita dell’Uomo Ragno in modo sempre più moderno e tecnologico, ma ancora non siamo immersi in quello che viene chiamato, a partire da Iron Man, Marvel Cinematic Universe.
Nonostante fossero stati prodotti altri film esterni a questa impostazione, da entrambe le parti ancora non si era sviluppata quella volontà di creare un continuum temporale che legasse tutte le pellicole; ma atteggiamenti opposti su questo tema iniziano dal primo decennio del 2000, anni in cui la Marvel inizierà, proprio con il film dedicato a Tony Stark, un percorso che la porterà allo splendore attuale, mentre la DC resterà alla mercé di produzioni isolate, come esemplifica la trilogia sul Cavaliere Oscuro di Nolan. Dal 2008 in poi la Marvel racchiuderà ogni film in programmazione in questa bolla comune (anzi, i film saranno pensati proprio nell’ottica evolutiva dell’universo intero), strategia che sancirà ufficialmente il successo dei suoi prodotti, creando sempre più casi interessanti per la critica e per il pubblico. Con Iron Man parte la Fase 1 del piano Marvel: a questa pellicola seguono L’incredibile Hulk (secondo film sul gigante verde, primo nella nuova ottica), Iron Man 2, Thor, Captain America-il primo Vendicatore, tutti film creati con la volontà di presentare al pubblico la squadra degli Avengers, protagonista dell’ultimo film della Fase 1, The Avengers. La Fase 2 inizia con Iron Man 3 (film dal dubbio successo) e prosegue con Thor 2, Captain America- the Winter Soldier, Guardians of the Galaxy, Avengers- Age of Ultron e termina con Ant Man.
La Fase 3 è ancora in fase di sviluppo; è stata inaugurata da Captain America: Civil War al quale seguirà a breve Doctor Strange (con protagonista Benedict Cumberbatch). In correlazione con queste produzioni è partita, nel campo delle serie tv, Agents of Shield, serie che fa da raccordo tra un capitolo e l’altro delle fasi, ma che sviluppa allo stesso tempo un tema che ormai è stato allontanato dai film, come la ricostruzione dello Shield e il controllo degli Inumani. Allo stesso tempo, sempre per la tv, era stata prodotta la prima stagione di Marvel’s Agent Carter (ufficialmente cancellata) che riprende il popolare personaggio apparso per la prima volta in Captain America-Il primo Vendicatore, si è ritentata la produzione di Marvel’s Daredevil, con maggior successo del precedente film, e a breve arriverà la sua serie spin off sul Punitore; infine si può citare un’altra serie di successo, Marvel’s Jessica Jones e la futura (ancora incerta) Marvel’s Most Wanted ( dedicata a Bobbi Morse e Lance Hunter, personaggi usciti dalla serie principale sullo Shield). Durante tutta questa rivoluzione, la DC come rispondeva? La nuova trilogia sul Cavaliere Oscuro, diretta da Nolan, è una produzione con una sua dignità a parte, non rientra in un sistema economico e narrativo generale, anche perché qualcosa di simile all’universo Marvel per la casa di produzione concorrente ancora non esiste. Nel 2011 viene prodotto un film su Lanterna Verde, che doveva essere l’inizio di una ripresa e doveva fungere da apripista per un film su Flash, cancellato mentre ancora se ne stava solo parlando.
Il 2013 segna l’avvio della ripresa DC dopo che, nonostante si tratti di produzioni DC solo di nome, l’attenzione sul loro mondo era stata riportata dalle serie tv come Arrow in primis e poi con The Flash e Legends of Tomorrow. La casa di produzione decide di rilanciare uno dei suoi personaggi più popolari: è l’anno di Man of Steel. Sull’onda di questa ripresa, nel 2016 esce Batman vs Superman: Dawn of Justice ed è in programma il film sulla Suicide Squad. È il momento dell’arrivo del DC Extended Universe. Nel futuro si stanno preparando pellicole su Wonder Woman (apparsa già in Batman vs Superman), sulla Justice League (divisa in due parti, quasi come Avengers Infinity War…), su The Flash e su Acquaman, solo per citare i maggiori. Un ritardo consistente si denota tra la creazione dei due universi, cosa che porta i film della Marvel ad essere molto più lineari ed omogenei nella scrittura rispetto a quelli DC. C’è un dominio maggiore sulla materia nel primo caso e una volontà di recuperare il gap nella seconda, cosa che porta inevitabilmente a peccare di fretta nella creazione dell’immaginario collettivo. I due universi sono ancora profondamente in conflitto; il fumetto aveva risolto con la produzione di Marvel vs DC, storie di lotte e fusioni di personaggi e universi, dovute a due fratelli in lotta che si riconciliano e fondono creando l’universo ibrido di Amalgaman. Per i film si avrà il medesimo destino? Solo il futuro ce lo dirà, per ora la discussione verterà proprio su uno dei capitoli di questo scontro: l’uscita nelle sale di Batman vs Superman e Captain America.
Nonostante i due universi siano totalmente opposti tra loro in fatto di poetiche e di approcci alle tematiche, le loro strutture narrative sono molto simili. Se da un lato, i due campioni Marvel (Iron Man e Captain America) si battono per difendere quello che ritengono più giusto e vendicare a modo loro i torti subiti dai migliori amici, dall’altro lato il dio e il vigilante si battono per la giustizia sulla Terra e per il suo diritto a scegliere di essere governata da chi non può imporre la propria volontà dall’alto dei propri poteri. Il tema dell’onnipotenza degli esseri dotati di superpoteri è comune ad entrambi gli schieramenti, ognuno dei quali però sceglie di declinarlo in modo diverso. Se in Captain America restiamo nell’ambito degli umani potenziati, in Batman vs Superman lo scontro è più impari, in quanto ad un uomo viene contrapposto un alieno con i poteri di un dio. Ne consegue che le loro concezioni della lotta tra Bene e Male siano diverse, anche se le strutture narrative si somigliano, anzi sono pressappoco identiche. In entrambi si affronta il controllo dei dotati di poteri, al quale entrambi i protagonisti (Superman e Captain America) si ribellano e finiscono dunque per contrapporsi all’entità avversaria (Iron Man e Batman) mentre quest’ultima si fa carico di riportare l’ordine e catturare gli insorti. Le somiglianze arrivano a tal punto da avere scene di battaglia quasi identiche, con il confronto tra Captain America ed Iron Man che è praticamente un calco della scazzottata finale tra Batman e Superman: se da un lato però lo strumento usato è lo scudo del Capitano, dall’altro l’arma è la lancia di kryptonite costruita da Batman. In entrambi i casi, il motore del film è costituito da due uomini, disposti a tutto per creare la guerra intestina tra gli eroi, sebbene le motivazioni che li spingono siano differenti; questo ci porta all’unica differenza che esiste tra queste due produzioni: il modo di trattare il Bene e il Male.
Il conflitto continuo tra questi due valori assoluti è uno dei nuclei primari del cinema di tutti i tempi. Ogni volta questi opposti hanno preso le sembianze di personaggi tra i più disparati: detective contro criminali, protagonista contro antagonista, amico contro amico.
Ma non sempre il Male da contrastare è generato nella stessa maniera. La Marvel in tutta la sua carriera, che per ora approda alla Civil War, ha sempre trattato il Male come la conseguenza causata dalle azioni di altri uomini: il male di Iron Man è generato dalla scelta del socio di Tony Stark (interpretato da Jeff Bridges) di vendere armi di distruzione di massa ai terroristi; in Iron Man 2 la lotta tra il protagonista e Ivan Vanko (Mickey Rourke nel film) è scatenata dal presunto tradimento del padre dell’eroe che ha consegnato ai Russi il padre dell’antagonista, condannando entrambi al confino a vita; il Male di Captain America sono i nazisti in primis e Teschio Rosso, l’Hydra e i suoi esperimenti in un secondo momento; in The Avengers sono le scelte di Loki che generano l’arrivo dei Chitauri e lo scontro; in Avengers 2 la scelta di creare Ultron porta al disastro di Sokovia e alla morte di molti innocenti, tra cui la famiglia dell’istigatore di turno (interpretato da Daniel Bruhl); allo stesso modo egli usa una parte del passato di Iron Man e del Soldato d’Inverno per istigare il loro scontro. Male che genera Male che genera Male, a sua volta generato dalle azioni degli uomini. Tutti gli eventi sono legati da un rapporto di causa-effetto, veicolando l’idea che il Male non sia insito negli uomini, o almeno non in tutti, e che se questi agiscono per il Male siano mossi dalla vendetta per quello che hanno perduto.
A differenza della Marvel, nel mondo DC il Male è un male assoluto, che non ha origine ma molte conseguenze, spesso trascinando con sé i personaggi buoni che periscono durante lo scontro. I genitori di Bruce Wayne vengono uccisi non come conseguenza della rapina, ma come semplice gesto malvagio; Superman viene incolpato non solo di aver provocato il disastro a Metropolis, ma anche dello scoppio della bomba durante il processo per le vicende africane, come se quest’essere che rappresenta il sommo bene fosse in grado, se volesse, di diventare malvagio e come conseguenza potesse distruggere tutta la terra. L’unico che sembra percepire e incarnare questo sistema dei valori è Lex Luthor, che attraverso la sua follia e la sua visione distorta, comprende la grandezza delle forze in gioco e capisce che la lotta finale tra Bene e Male deve ancora essere disputata, prevedendo quasi una possibile sconfitta del bene, come si capisce dal quadro con angeli e demoni che Luthor ha rovesciato nel suo studio. La ricorrenza degli scontri porta avanti una guerra tra assoluti che genera altri conflitti tra i medesimi. Con queste tematiche di fondo, come mai nonostante le buone premesse, il film DC risulta più caotico e meno “ben fatto” rispetto al film speculare Marvel?
Il problema è tutto in quel ritardo nella creazione della struttura di raccordo tra tutti i film. Se già la Marvel è un ingranaggio ben oliato e riesce a gestire da anni una pluralità di personaggi e di filoni narrativi (già dal primo Avengers questo è molto chiaro), alla DC manca l’esperienza necessaria degli anni per gestire tutti i riferimenti che sono stati inseriti nel film. I punti di vista si sovrappongono, non c’è quella lucidità che divide i personaggi della Civil War e che, nonostante i tentativi, ci fa pendere necessariamente verso il team Captain America; in Batman vs Superman si passa da Batman a Superman a Wonder Woman a Lex Luthor, senza continuità e senza organizzare bene il materiale narrativo (quante volte ancora è necessario vedere la morte dei coniugi Wayne e la nascita dell’Uomo Pipistrello?). Dove la Civil War ha una struttura che tiene tutta dal primo all’ultimo minuto, i filoni del film DC si sovrappongono, creando un caos dal quale lo spettatore esce stordito e un po’ confuso. Manca ancora ai produttori della DC (che non hanno certo dietro la macchina fabbricasoldi della Disney che finanzia il tutto) l’esperienza dell’organizzazione narrativa e una caratterizzazione dei personaggi approfondita. Tra qualche anno, quando sarà passato il giusto tempo, forse la DC riempirà il divario e potrà gareggiare ad armi pari col colosso Marvel, ma per ora, nonostante la similarità tematica e narrativa, lo scontro è impari e destinato ad essere perso da Batman e Superman.
Sabrina Podda