Truth Seekers: le verità nascoste nel mondo paranormale di Frost e Pegg
Le serie targate Amazon Prime Video spuntano ormai come i boccioli a primavera. Alcune sono riuscite ad ottenere grande successo di pubblico, altre sono rimaste in penombra. Una quasi totale oscurità che, però, ha sancito, a volte (e spesso ingiustamente), ogni possibilità di prosecuzione per alcune di loro. Questo é il caso di Truth Seekers, progetto Prime Video lanciata nell’autunno 2020 e cancellato il 15 Febbraio scorso.
Solo i nomi dei due creatori della serie potrebbero far valere il prezzo del biglietto: Nick Frost e Simon Pegg, le due menti che in passato ci hanno deliziato con i tre film della “Trilogia del Cornetto” (Shaun of the Dead, Hot Fuzz e The World’s End), anche grazie all’ottima regia di Edgar Wright. Nel 2011 si erano già cimentati nella scrittura di una sceneggiatura con la commedia sci-fi Paul e Truth Seekers ne segue un po’ le tracce.
Chi sono i “cercatori della verità”…
È noto che tra la passioni di Pegg e Frost ci siano il mistero, la fantascienza, il sovrannaturale e il paranormale. Le pellicole sopra citate sono un esempio lampante di come il duo abbia spaziato molto tra queste tematiche. Anche Truth Seekers non è da meno in questo senso.
La serie conta solamente 8 puntate della durata di circa 30 minuti, tutte dirette da Jim Field Smith. Il protagonista, Gus Roberts (Nick Frost), è da tanti anni un installatore per la rete internet britannica Smyle, ma nel tempo libero realizza video su Youtube delle sue indagini sul paranormale. Gus viene affiancato da Elton John (Samson Kayo), suo partner sul lavoro. Nel loro duo entrerà a far parte anche Astrid (Emma D’Arcy), una strana ragazza perseguitata dai demoni, che chiede aiuto a Gus per liberarsene.
I tre si uniscono, quindi, in una squadra di indagatori del paranormale, i “Truth Seekers”. I loro casi culmineranno nella lotta contro il piano del villain della serie, il dottor Peter Toynbee (Julian Barratt). In questa lotta risulterà fondamentale anche l’aiuto di David (Simon Pegg), il capo della Smyle.
…che nascondono tanti segreti
La serie, fin dal titolo, organizza chiaramente la sua narrazione sulla ricerca della verità dietro agli eventi paranormali con cui si confrontano i protagonisti. Un desiderio di svelamento, il loro, quasi ossessivo, che si scontra, però, con l’ipocrisia di tutti i personaggi. Infatti, ognuno di essi nasconde un segreto, piccolo o grande che sia. Ma la verità, alla fine, verrà sempre a galla, sia nei casi paranormali che nelle storie dei protagonisti.
Gus, in primis, non riesce a parlare con nessuno di quanto successe dieci anni prima alla moglie Emily. Elton nasconde del tutto il suo passato a Gus, rivelandogli solamente di aver cambiato moltissimi lavori negli anni. Ma le verità iniziano ad affiorare con l’arrivo improvviso di Astrid, che evidenzia quanto Elton conoscesse il mondo paranormale molto più di quello che voleva dare a vedere. Astrid, a sua volta, non parla mai di sé, se non per le strane e paurose visioni ultraterrene che la terrorizzano, celando importanti verità. Proprio queste verità verranno svelate man mano nel corso delle otto puntate, arrivando ad un climax di rivelazioni sempre più importanti e fondamentali nelle storie dei nostri tre protagonisti.
Figura centrale di questo ‘effetto domino è il dottor Toynbee, che da iniziale personaggio marginale diventa fulcro delle attenzioni delle indagini di Gus e l’ indagine su di lui sarà il motore di una serie di eventi, anche dolorosi, che si concluderanno con una ritrovata sincerità tra tutti i personaggi della serie. Questa, forse, si puó considerare a tutti gli effetti la più importante scoperta dei nostri “truth seekers”.
La contrapposizione tra la ricerca della verità nel paranormale e il celare altrettante verità nella realtà funziona bene nelle dinamiche delle serie, anche se molto spesso risulta molto evidente e prevedibile. Questa antitesi, alla fine, assume un’importanza maggiore rispetto alle mere tematiche paranormali dell’intero progetto.
Bello stile, tante idee, poco tempo
La sceneggiatura scritta da Nick Frost e Simon Pegg funziona molto bene all’interno della serie, che si lascia guardare volentieri senza eccessiva pesantezza. I due si rifanno chiaramente allo stile dei film che li hanno resi celebri, balzando dinamicamente tra il comico, l’horror e l’action. I modelli utilizzati sono molteplici: infatti possiamo ritrovarci molto di Ghostbusters (pensiamo all’attrezzattura da acchiappafantasmi Dell squadra) o de Il mastino dei Baskerville, grande classico degli anni ’30 con Basil Rathbone, di cui la serie riprende le inquiete atmosfere da brughiera inglese.
Il fatto estremamente limitante, però, è la durata esigua del progetto. 8 sole puntate di appena 25-30 minuti sono davvero poche per le tante idee messe in scena da Frost e Pegg. Spesso si ha l’impressione di avere davanti un prodotto di grandissime potenzialità, le cui idee sono incastrate in un lasso di tempo troppo ristretto per poterle esprimere al meglio. Di certo i momenti riusciti non mancanl, come durante il secondo episodio, quando Gus e Elton si trovano a dialogare con lo spirito di un soldato inglese intrappolato in una stazione radio della seconda guerra mondiale.
Nonostante i tanti buoni spunti che la sostengono e la dinamicità con cui la sceneggiatura prende vita su schermo, Truth Seekers appare come spezzata in due tronconi distinti. I primi tre episodi sono incentrati solamente sulle storie di Gus, Elton e Astrid, mentre dalla quarta in poi si entra in un’ottica di trama più ampia in modo troppo brusco. Uno stacco decisamente troppo netto, evidente anche del fatto di come Frost e Pegg abbiano dovuto adattare la loro sceneggiatura per poter gestire al meglio il poco tempo a disposizione.
Nessun futuro per Truth Seekers
Poco tempo che, purtroppo, è stato dato anche alla sopravvivenza della serie stessa, visto che pochi giorni fa Nick Frost ha annunciato che non ci sarà una seconda stagione. Una bocciatura troppo prematura da parte di Amazon nei confronti di una serie che ha riscosso un buon successo di pubblico e che ha lasciato a bocca aperta tutti i diretti interessati. Sicuramente di difetti Truth Seekers ne ha e li abbiamo evidenziati, ma avrebbe meritato un prosieguo, anche per permettere a Frost e Pegg di lavorare meglio e perfezionare le già buone cose di questa prima e unica stagione. Ma le domande e i dubbi scaturiti dal finale resteranno insoluti.
Una fine tristemente ironica per i cercatori della verità.